sabato 29 luglio 2017

Vaccini Si Vaccini No

Vaccini Si Vaccini No

Non ho ancora toccato un'argomento che è di attualità in questo periodo ma ora che i giochi sono fatti ne possiamo parlare.

Per cominciare faccio delle riflessioni sul mio passato dove alcune vaccinazioni si facevano ma non vi era tutto allarmismo che c'è oggi, anzi ricordo bene che alcune malattie infettive si era portati ad andarsele a cercare in modo di farla e togliersi il problema.

Molte di queste le consideravo scomparse e invece guarda caso oggi affiorano nuovamente, mi pongo parecchie domande tra le quali la più banale è cosa ci sarà dietro questo accanimento?

Non voglio andare oltre lascio a voi porvi quesiti e darvi risposte ora vediamo un quadro del problema.

Tra il vaccinare e il non vaccinare c'è una via di mezzo scientificamente affidabile che va approfondita e spiegata.

I vaccini hanno svolto un ruolo fondamentale per debellare malattie terribili come la poliomielite, la difterite o l'epatite.
Tuttavia, essi portano con sé un rischio legato agli effetti collaterali che generalmente sono momentanei o superabili (vomito e diarrea nel caso delle allergie) ma che, in casi molto rari, possono essere anche gravi come l'induzione della stessa malattia di cui si vuole rendere immuni.

L'interrogativo "Devo vaccinare mio figlio?" nasce da un problema di fiducia, anzi di mancanza di fiducia:

- verso le case farmaceutiche che trasformano la salute in profitto. Troppo spesso esse sono interessate a ottenere utili a ogni costo. Lo dimostrano i tanti scandali su scala globale nati dall'obiettivo di vendere sempre più farmaci, talvolta inutili, e quasi sempre dannosi.
- verso i medici e i pediatri che, in alcuni casi, si sono piegati ai favori delle stesse case farmaceutiche dimenticando gli interessi del malato.
- verso la politica che sempre più si è allontanata dal difendere gli interessi dei cittadini per rappresentare quelli dei grandi gruppi di potere.
- verso il mondo scientifico che ha abbandonato l'approccio della medicina basata sull'evidenza e si è lasciato contaminare da pubblicazioni con risultati discordanti, lasciando così il campo a pseudo ricercatori che hanno cavalcato il sentimento di paura della gente per farsi pubblicità, magari aiutati anche da internet.
In mancanza di fiducia è molto difficile prendere la decisione giusta
Come fa un genitore a essere davvero consapevole di ciò che decide in un momento così importante per la vita dei propri figli? Per fare chiarezza in questo mare di inconsapevolezza, bisogna tener presente due livelli di decisione:
un livello di decisione collettiva, che attiene al mondo politico.
un livello di decisione personale, relativa alle famiglie.
In Europa si confrontano due modelli per raggiungere un livello di copertura vaccinale adeguato: quella obbligatoria per tutta la popolazione e quella raccomandata dagli esperti.
obbligatoria per 4 malattie (la difterite, l'epatite B, la poliomielite e il tetano), e raccomandata per pertosse, varicella, influenza o tubercolosi. Se si confronta questa scelta di politica sanitaria con quelle prese in alcuni Stati europei (come la Germania, l'Inghilterra, la Spagna o la Svezia) si scopre che esiste un approccio totalmente differente basato sulla raccomandazione per tutta la popolazione. Con quali risultati?
La difterite
Se si considera la terribile difterite, una malattia con altissima percentuale di mortalità nei bambini (dal 5 al 10% dei casi) l'Organizzazione mondiale della Sanità pone l'obiettivo di una copertura del 90% della popolazione. Nel 2012 in Germania sono stati registrati 9 casi, in Svezia 2 e in Italia nessuno. Nel 2011 in Germania 4, in Svezia 2 e in Italia nessuno. Quindi, in questo caso, il vaccino obbligatorio contro la difterite è stata una misura efficace, perché ha salvato vite umane e debellato questa malattia.
Il tetano
Tuttavia, se si considera il tetano, che non è una malattia contagiosa e non può generare una epidemia, i dati dicono che l'obbligatorietà in Italia non ha portato risultati apprezzabili rispetto agli altri Paesi europei. Nel 2000, per esempio, sono stati 8 i casi di tetano in Germania, 27 in Spagna, nessun caso in Svezia, ben 98 in Italia. Differenze simili sono state riscontrate anche negli altri anni.
A questi dati che riguardano l'efficacia bisogna poi aggiungere la valutazione dei rischi d'insorgenza di effetti collaterali più o meno gravi e più o meno diffusi.

VACCINARE MENO, VACCINARE MEGLIO 

Sulla base di queste informazioni scientifiche si deduce che bisogna ridurre al minimo l'obbligatorietà e, al limite, sostituirla con la raccomandazione di un esperto.
genitori saranno così chiamati a scegliere singolarmente per il rischio minore per i propri figli. Su quali basi potranno fare questa scelta? Quale approccio bisogna adottare per accompagnare i genitori verso una scelta consapevole? Bisogna ripristinare quel rapporto di fiducia con il proprio medico e con il proprio pediatra. 
Solo un esperto può valutare l'efficacia e l'utilità della vaccinazione. 
A un sistema di vaccinazione di massa che poteva andare bene nei primi del '900, va sostituito un sistema di vaccinazione specifico basato su una valutazione del rapporto rischio/beneficio da parte del medico.
Il medico deve tener conto:
dello stato di salute del bambino
di un'attenta anamnesi familiare
si dovrebbe evitare di vaccinare nei primi 10-11 mesi con vaccini rivolti a malattie poco o per nulla presenti nella fascia di età pediatrica
si dovrebbe evitare una vaccinazione multipla ma propendere per uno schema di vaccinazione personalizzato. 
Ad esempio perché mai in Italia invece dei soli quattro vaccini obbligatori, i nuovi nati ne ricevono di fatto sei? Perché il Sistema Sanitario Nazionale fornisce una formulazione contenente sei vaccini?




venerdì 28 luglio 2017

VUOTI DI MEMORIA DOPO LA CHEMIO?

Hai VUOTI DI MEMORIA DOPO LA CHEMIO?
Hai sentito parlare di un effetto collaterale della chemioterapia chiamato chemo brain?
Facciamo alcuni esempi per capire meglio. Se ultimamente ti capita di pensare cose tipo:
“ce l’ho sulla punta della lingua ma non mi viene la parola”
“ho un vuoto di memoria”
“faccio fatica a concentrarmi e a seguire il filo del discorso durante le riunioni”.


Sappi che non sei tu a “perdere i colpi” ma tutto ciò ha un nome riconosciuto dalla medicina: chemo brain.

CHEMIOTERAPIA E CHEMO BRAIN: QUALI LE CAUSE?

La neurotossicità dei chemioterapici è nota, prevedibile ma variabile in base al farmaco, allo schema terapeutico e alla suscettibilità individuale. Si manifesta:
a livello del sistema nervoso centrale (SNC)
a lvello del sistema nervoso periferico (SNP), in modo acuto e/o cronico.
Alcuni danni sono provocati dall’accumulo di sostanze tossiche nei neuroni stessi.
Più di tutti, il platino e anche i derivati della vinca.
Altri ne conseguono indirettamente attraverso la mancanza di connessioni fra le diverse parti del cervello e della mente.

CHEMO BRAIN. COME AFFRONTARLO

Per risolvere i problemi derivanti dal chemo brain, cioè degli effetti collaterali dei chemioterapici sulle funzioni cognitive come attenzione, concentrazione, memoria a breve e a lungo termine, occorre agire in modo coordinato a diversi livelli.
Vediamo perchè: le funzioni cognitive sono integrate fra loro.
Questo significa che il ricordo è costituito da diverse componenti sensitive e percettive e da ognuna di esse si può giungere al ricordo completo. Vi ricordate l’esempio descritto dallo scrittore francese Marcel Proust con le madeleines?
mente e corpo sono un tutt'uno inscindibile e migliorare le funzioni cognitive è possibile se si agisce su tutta la persona, a partire dal corpo.

MIGLIORARE LO STILE DI VITA

Le azioni da svolgere per migliorare le funzioni cognitive tendono quindi al miglioramento di tutto lo stile di vita.

Si inizierà con il preparare il “terreno organico” nutrendo il nostro corpo in modo migliore.
Il primo passo è l’assunzione costante di acqua per mantenere idratati tutti gli organi;

il secondo è l’eliminazione degli zuccheri raffinati e dei prodotti industriali

il terzo è l’introduzione di più cibi freschi e integrali per evitare picchi glicemici che impattono in maniera negativa anche tono dell’umore che impattono in maniera negativa anche sul tono dell’umore, come del resto il fumo e l’alcool.

L’altro versante corporeo è quello dell’apparato osteo-articolare da mantenere e migliorare soprattutto nella flessibilità della colonna vertebrale e delle articolazioni con movimenti dolci che:
aumentano l’irrorazione sanguigna a livello del Sistema Nervoso Centrale e della tiroide
riducono la tensione muscolare generale
riducono l’astenia, cioè la stanchezza causata dalle terapie.

ESERCIZI PER FAR FRONTE AL CHEMOBRAIN 

Agenda quotidiana
Uno strumento prezioso per il miglioramento delle funzioni cognitive è l’agenda quotidiana scritta, a cui dedicare 10 minuti al giorno.

Consultata  di sera, serve per organizzare il giorno dopo, stabilendo tipo di impegni, priorità e tempi di realizzazione. Ci si “prepara la cartella” per il giorno dopo, come quando si andava a scuola. 
Così si riduce l’ansia notturna per le cose lasciate in sospeso.
Al mattino, basterà una rapida conferma di quanto previsto la sera prima, eventuali variazioni dell’ultimo minuto. 
Strumento molto utile anche per tenere sotto controllo l’attività professionale.
Nell’agenda inserisci anche i momenti di piacere che riducono l’ansia (elemento destrutturante le capacità cognitive, in modo temporaneo) e aumentano il senso di benessere globale.

chemioterapia e chemo brainCose piccole e banali ma che hanno un effetto importante per contrastare il chemobrain:

ascoltare la trasmissione radio preferita,
telefonare alle amiche,
andare ad una mostra,
leggere un libro divertente o le favole per i figli,
recarsi ad una conferenza su un tema frivolo,
comprare fiori o girare per un vivaio,
passeggiare con il cane,
comprare olii essenziali rilassanti per l’ambiente,
 concedersi un massaggio.
Leggi
Se ami la lettura, devi accettare che l’attenzione e la concentrazione siano minate dalle terapie. Non concentrarti sui libri a cui ti dedicavi prima, ma a letture più” semplici”. Possono essere riviste o libri di fotografie o di animali o di giardinaggio, da sfogliare tutte le sere per memorizzare le immagini preferite.

Ciò che conta è la ripetizione dell’esercizio: si può anche recuperare una antologia delle scuole medie o superiori per rileggere le poesie o i brani degli scrittori preferiti.

Cerca interessi nuovi

Più che guardare la tv passivamente, può funzionare meglio scegliere un film o un documentario di tipo geografico. E’ molto utile cambiare interessi per evitare di cadere nella trappola del pensiero e dell’atteggiamento mortificante , del “ prima tutto questo lo sapevo” oppure “ non mi ricordo più niente “

Allena la mente
Puoi provare le parole crociate o i giochi enigmistici semplici, il sodoku, i giochi di parole scaricabili sul proprio tablet o pc.

 Giochi da tavola
Più che i giochi  solitari, sono da preferire i giochi  da fare almeno in due persone (anche via internet): giochi di carte, o dama e scacchi o backgammon.

Ichemioterapia e chemo brain giochi di società e di ruolo, inoltre, permettono di stare insieme ad altri e di ridurre la necessità di essere “performanti” o di dover fare un “compito” rispetto al quale ci si sente inadeguati, ci si diverte puntando di più sulle emozioni e il divertimento per se stessa.

 Tieni un diario
Come da ragazzine, potresti tenere un diario, cartaceo o online, in cui scrivere le tue sensazioni quotidiane di benessere o cose belle che vale la pena ricordare. Oppure pui ordinare le foto di famiglia e costruirci un racconto intorno.

Attività meditative in azione
Sono molto rilassanti attività di meditazione in azione. Ad esempio: cucire, lavorare a maglia e uncinetto, ricamare, creare con le mani (cartapesta, stencil, bricolage,  lavori artigianali di tutti i tipi) e ancora il giardinaggio, coltivare un orto, anche in balcone. Per ogni attività, è utile tenere un diario anche fotografico, prendere appunti, così da facilitare la memoria e l’attenzione. creare un gruppo di appassionate allo stesso hobby.

Lavora sull’elasticità del corpo
Attività fisica come yoga, pilates, thai chi, qi gong, ginnastiche “dolci”, permettono di recuperare elasticità, energia, forza muscolare e calma. Questo aumenterà l’attenzione su come ci si sente nel proprio corpo e aiuterà a memorizzare le sensazioni piacevoli.

CHEMO BRAIN: CREARE UNA NUOVA MEMORIA PER IL FUTURO

In conclusione le funzioni cognitive, cioè attenzione, concentrazione, memoria, migliorano perché vengono confermate come funzionanti, grazie alla ripetizione di attività come: leggere e scrivere e vengono rafforzate perché motivate dalla novità di nuove pratiche.

Inoltre, aumenta il tempo di benessere mentale grazie alle attività sportive e ludiche, in cui non si è impegnate a pensare e a rammaricarsi su come si era prima della diagnosi di cancro.

 Dunque, flessibilità del corpo e della mente che si aprono a movimenti, interessi, persone non “coltivate” prima. Tutto ciò crea nuova attenzione, curiosità e  motivazione,  nuova memoria e nuove connessioni neuronali. Si giunge ad una riorganizzazione globale del funzionamento cognitivo e psichico che, consolidandosi, determina maggiore fiducia  in se stesse e nelle proprie capacità.

Per affrontare al meglio anche questo percorso dopo la chemioterapia e le cure oncologiche affrontando gli effetti del chemo brain, il punto di partenza è che non occorre ricordare tutto del passato, ma creare una nuova memoria per il futuro.

Dott.ssa Concetta Stornante – Medico Psichiatra e Psicoterapeuta





domenica 23 luglio 2017

IL NUOVO TRATTAMENTO PER IL CARCINOMA GASTRICO

 PRESTO IN ITALIA RAMUCIRUMAB



IL NUOVO TRATTAMENTO PER IL CARCINOMA GASTRICO DI SECONDA LINEA.

Finalmente dopo tanti anni esce qualcosa di nuovo rispetto alla mia patologia, mi è stato ventilato un nuovo trattamento ma,dovevano consultarsi e poi chiedere autorizzazione al ministero, ieri mi hanno confermato che avevano autorizzato sul mio caso ed ora a me la scelta.

Il carcinoma gastrico

Il carcinoma gastrico (o dello stomaco) è la quinta forma di cancro più comune al mondo e la terza principale causa di morte per cancro
Si sono registrati quasi 1 milione di nuovi casi nel mondo nel 2012 (631.000 uomini, 320.000 donne), con circa 723.000 decessi (469.000 uomini, 254.000 donne).
Il cancro dello stomaco è più prevalente in paesi extra-USA e Ue. Si stima che il numero totale di nuovi casi di cancro allo stomaco diagnosticati nel 2012 in Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito sia stato di circa 50.000.
Il carcinoma gastrico è una patologia per cui si formano cellule cancerose nello stomaco. 
Si sviluppa lentamente, di solito nel corso di molti anni, e spesso passa inosservato. 
Con l'avanzare del cancro allo stomaco, il tumore può entrare nella circolazione sanguigna e attraverso di essa diffondersi in organi come il fegato, i polmoni e le ossa.

Il tipo più comune di cancro dello stomaco è chiamato adenocarcinoma, che inizia da un tipo comune di cellule che si trovano nel rivestimento dello stomaco.

A Barcellona, nel corso del 17° Congresso Mondiale sui tumori gastrointestinali


gli esperti hanno condiviso il  percorso di sviluppo clinico che sta per portare anche in Italia ramucirumab, la nuova terapia antiangiogenica contro il tumore gastrico.
Dopo tanti anni senza rilevanti novità, si apre per noi oncologi e per i nostri pazienti, la possibilità di delineare un nuovo percorso terapeutico” spiega Stefano Cascinu Direttore della Clinica di Oncologia Medica dell’Università Politecnica delle Marche.
Barcellona, 02 luglio 2015 – Presto in Italia ramucirumab un nuovo trattamento per l’adenocarcinoma della giunzione gastroesofagea (GEJ) o gastrico (stomaco) in stadio avanzato.
Ramucirumab potrà essere somministrato da solo o in combinazione con paclitaxel dopo una precedente chemioterapia di I linea. 
Dopo aver ottenuto l’approvazione di tutti gli enti regolatori, ultima delle quali quella della Commissione Europea a fine 2014, ramucirumab è ora atteso anche dall’oncologia italiana.
L’annuncio durante il 17° Congresso mondiale sui tumori gastrointetinali in corso a Barcellona, principale evento mondiale nel settore, che riunisce i principali esperti dei tumori che colpiscono ogni componente del tratto gastrointestinale e di tutti gli aspetti relativi al trattamento tra cui lo screening, la diagnosi e le più recenti opzioni terapeutiche.
“Fino ad oggi l’approccio terapeutico per questo tipo di pazienti è sempre stato molto definito e limitato. 
L’arrivo di ramucirumab rappresenta, per noi, un cambiamento positivo che ci permette di pensare ad un nuovo percorso terapeutico oltre l’orizzonte al quale eravamo abituati” ha dichiarato Stefano Cascinu Direttore della Clinica di Oncologia Medica dell’Università Politecnica delle Marche.
“In un campo, come quello del carcinoma gastrico, in cui da molto tempo non si sono registrate significative evoluzioni dal punto di vista terapeutico, siamo ora in attesa di trasferire questi risultati, fino ad oggi limitati ad importanti studi, nella nostra pratica clinica quotidiana e dare modo a tutti i pazienti che tratteremo di avere un vantaggio in termini di sopravvivenza mantenendo una buona qualità della vita”
Ramucirumab agisce con un nuovo meccanismo antiangiogenico rispetto ai farmaci già esistenti perché inibisce in maniera diretta l’angiogenesi, ovvero la formazione di nuovi vasi sanguigni che apportano sangue alle cellule tumorali;
è un farmaco intelligente che si lega  in maniera specifica sul recettore di tipo 2 del fattore di crescita dell’endotelio vascolare (VEGF) e inibisce la segnalazione a valle coinvolta nella formazione e nel mantenimento del sistema vascolare che alimenta il tumore.
L'autorizzazione all'immissione in commercio si basa sui risultati di due studi globali di fase III, randomizzati, in doppio cieco e controllati con placebo: RAINBOW e REGARD. RAINBOW ha valutato ramucirumab in combinazione con paclitaxel (un tipo di chemioterapia) per l'adenocarcinoma della giunzione gastroesofagea  e gastrico avanzato dopo la chemioterapia, mentre REGARD ha valutato ramucirumab come monoterapia nella stessa indicazione.[i],[ii]
A ramucirumab è stata concessa la designazione di farmaco orfano dal Comitato per i medicinali orfani (COMP) dell'Agenzia Europea dei Medicinali per il trattamento del carcinoma gastrico nell'Ue.
Lo studio RAINBOW
RAINBOW è uno studio globale, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, di fase III su ramucirumab più paclitaxel rispetto a placebo più paclitaxel come trattamento in pazienti con carcinoma gastrico avanzato (localmente avanzato, non resecabile o metastatico) compreso l'adenocarcinoma GEJ refrattario a chemioterapia iniziale a base di fluoropirimidina e platino. In totale, 665 pazienti sono stati randomizzati in 27 paesi.i  L'endpoint primario dello studio RAINBOW era la sopravvivenza globale e l'endpoint secondario era la sopravvivenza libera da progressione.
Lo studio REGARD
REGARD è uno studio globale, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, di fase III su ramucirumab più le migliori cure di supporto (BSC) rispetto a placebo più BSC come trattamento in pazienti con carcinoma gastrico localmente avanzato o metastatico compreso l'adenocarcinoma GEJ in seguito a progressione dopo chemioterapia iniziale a base di fluoropirimidina o platino. In totale, 355 pazienti sono stati randomizzati in 29 paesi.ii  La misurazione dell'esito di efficacia principale dello studio REGARD era la sopravvivenza globale e la misurazione dell'esito di efficacia secondario era la sopravvivenza libera da progressione.

Ramucirumab

Nell'Ue, ramucirumab ha ottenuto l'autorizzazione al commercio per l'uso negli adulti in combinazione con paclitaxel, per il trattamento dell'adenocarcinoma della giunzione gastroesofagea (GEJ) o gastrico in stadio avanzato dopo la chemioterapia e come monoterapia in questa indicazione per i pazienti per cui il trattamento in combinazione con paclitaxel non è adeguato. 
Ramucirumab è approvato negli Stati Uniti per il trattamento di pazienti con adenocarcinoma gastrico o della giunzione gastroesofagea (GEJ) avanzato o metastatico successivamente alla chemioterapia.
Ramucirumab è una terapia antiangiogenica. 
Ha inibito l'angiogenesi in un modello animale in vivo. E’ un antagonista del Recettore 2 per il VEGF che si lega specificamente e blocca l'attivazione di tale recettore, bloccando e legandosi ai ligandi del recettore del VEGF, VEGF-A, VEGF-C e VEGF-D. L'angiogenesi VEGF-mediata è coinvolta nella patogenesi di diverse malattie, compreso il carcinoma gastrico in stadio avanzato. 
Diversi studi sono in corso o in programma per la sperimentazione di ramucirumab come monoterapia e in combinazione con altre terapie oncologiche per il trattamento di molteplici tipi di tumore. 

Questo è quanto ora sta a me decidere e guarda caso viene fuori nel momento incui stavo per decidere di abbandonare la chemioterapia... vediamo.


sabato 22 luglio 2017

Consigli per i malati di tumore durante le vacanze

Consigli per i malati di tumore durante le vacanze.

Avere un tumore è molto debilitante, soprattutto se si sta seguendo la chemioterapia. Come fare in estate? Si può andare in vacanza o è meglio stare a casa. Il Corriere della sera ha riportato i consigli del Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici (Cipomo).

Tutti possono andare in vacanza, se il malato è in grado di spostarsi e dopo aver chiesto consiglio al proprio oncologo.
Non ci sono mete proibite: semplicemente meglio evitare tour e viaggi faticosi 

Portate sempre con voi la cartella clinica con tutta la documentazione e semmai prendete contatti con strutture locali.
Evitate il sole e proteggete le cicatrici. Inoltre, proteggetevi dal caldo, curate l’alimentazione, idratatevi molto bene evitando l’alcol.
Se state seguendo la chemioterapia ci si può allontanare dopo 10 giorni dall’ultima seduta, in modo da aver smaltito il farmaco. In questo modo potreste avere una settimana di vacanza prima di ricominciare.
Si può rinviare la chemioterapia o i vari trattamenti? Spesso non è un problema, ma deve deciderlo lo specialista. Nel caso della radioterapia si può ritardare l’inizio del trattamento ma una volta avviato non si può interrompere.
Abbiate tutti i farmaci con voi e soprattutto le ricette.
Fate un po’ di movimento, senza esagerare. Evitate le attività che potrebbero essere controindicate.

Quali attenzioni o precauzioni particolari vanno prese?


In generale tutti i pazienti oncologici devono fare attenzione al sole e proteggersi con particolare cautela: cicatrici chirurgiche, effetti collaterali delle radioterapia o farmaci fotosensibilizzanti rendono la pelle un punto vulnerabile, ma è per lo più sufficiente coprirsi, utilizzare adeguate creme ed evitare di esporsi nelle ore più calde, anche per prevenire cali di pressione o colpi di calore. 
Curare l'alimentazione preferendo cibi freschi e leggeri con buon apporto di acqua e sali minerali (frutta e verdura, salvo controindicazioni specifiche) e proteine ad alta digeribilità (pesce, formaggi freschi). 
Ridurre al minimo le bevande alcoliche, bere almeno un litro e mezzo d'acqua al giorno ed evitare cibi non affidabili sul piano igienico.


Camminate, nuotate, gite in bicicletta e sport vari: cosa si può fare?

Anche in questo caso non c’è nulla di vietato in assoluto, anzi l’attività fisica è di grande aiuto per combattere gli effetti collaterali delle terapie, per prevenire le ricadute (come è stato documentato scientificamente da più studi) e anche per migliorare il benessere psicologico.
Troppo spesso pazienti e familiari eccedono in cautele: se il paziente se la sente, invece, una moderata e graduale ginnastica, senza esagerare, può essere un toccasana.
È indispensabile confrontarsi con l'oncologo per evitare quelle attività che potrebbero essere controindicate dalla condizione clinica specifica del singolo paziente.

Ci sono mete «proibite»?

No. Mare, montagna, città, in Italia e all’estero. Non esistono limiti particolari validi per tutti. Ancora una volta la regola è una sola: parlare con il medico che, conoscendo nello specifico la situazione, può dare suggerimenti pratici e dettare eventuali accorgimenti o regole da rispettare. L’unico limite, valido per chi ha terapia in corso, è forse quello di evitare gite «itineranti» o destinazioni «estreme» che richiedano spostamenti disagevoli e faticosi: meglio scegliere un’unica meta ben definita prima di partire, verificando che ci sia l’occorrente (come un pronto soccorso o un ospedale con oncologia) in caso di imprevisti.

Buone e Felici Vacanze

venerdì 14 luglio 2017

Working group “Immunoterapia”

Rete di 21 Irccs istituisce il working group “Immunoterapia”


Alleanza Contro il Cancro, la prima rete di ricerca oncologica italiana fondata nel 2002 dal Ministero della Salute , al lavoro su diagnostica e vaccini antitumorali personalizzati. Ciliberto (Regina Elena): “Dispone di sofisticate tecnologie e competenze bioinformatiche che permetteranno in tempi rapidi il sequenziamento dei tumori mediante tecnologie Ngs e la veloce identificazione dei neoantigeni tumorali”.

L’immunoterapia oncologica e i suoi efficaci sviluppi applicativi stanno modificando la gestione dei tumori: lo testimoniano, tra l’altro, i promettenti esiti pubblicati dalla rivista Nature (Sahin et al, Ott et al, 2017) sull’utilizzo di tecnologie alternative o aggiuntive agli inibitori dei checkpoint tramite un approccio terapeutico vaccinale personalizzato, diretto miratamente contro i neoantigeni specifici di ogni neoplasia. Un percorso che consente di bersagliare più potentemente e specificamente il tumore, con una diminuzione significativa degli effetti.

“Risultati straordinari – commenta Gennaro Ciliberto, Direttore Scientifico dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma, tra i soci fondatori di Alleanza Contro il Cancro, la prima rete di ricerca oncologica italiana fondata nel 2002 dal Ministero della Salute – che, oltre ad evidenziare lo sviluppo di potenti risposte immunitarie contro i neoantigeni, hanno dimostrato come molti pazienti abbiano avuto riduzioni delle masse tumorali, prolungamento della sopravvivenza e miglioramento della risposta alla somministrazione successiva di inibitori dei checkpoint. Esiti che, se confermati su più larga scala - ha detto ancora Ciliberto - innescheranno una rivoluzione positiva nella lotta contro i tumori”.


Alleanza Contro il Cancro partecipa a questa grande sfida con il Working Group dedicato “Immunoterapia” in cui una quarantina tra i migliori ricercatori e clinici che lavorano in Italia (sui 200 che complessivamente popolano i WG di ACC) perseguono due obiettivi: sviluppare metodiche diagnostiche innovative che permettano di identificare in anticipo i pazienti che beneficeranno dall'immunoterapia e concepire nuovi protocolli, anche di tipo vaccinale, per i pazienti in cui invece l'immunoterapia attualmente non riesce a distruggere i tumori e trasferirli in sperimentazioni cliniche.

Ciliberto ha aggiunto anche che “la rete di ACC dispone, attraverso investimenti in conto capitale del Ministero della Salute, di tecnologie sofisticate di sequenziamento del DNA e di competenze bioinformatiche che permetteranno in tempi rapidi il sequenziamento dei tumori mediante tecnologie NGS e la veloce identificazione dei neoantigeni tumorali, ponendosi come primo player per lo sviluppo di vaccini antitumorali personalizzati”.



giovedì 13 luglio 2017

ZAFFERANO,AIUTO CONTRO I TUMORI



ZAFFERANO, DALLA NATURA UN PREZIOSO 
AIUTO CONTRO I TUMORI

Contiene 'crocetina' che consente di ridurre l'aggressività delle cellule tumorali: uno studio dell'Università di Pisa lo conferma.
Dalla natura un altro valido aiuto contro i tumori. 
Stavolta a contrastare la malattia arriva lo zafferano, la spezia che contiene al proprio interno la 'crocetina' un metabolita attivo in grado di ridurre l'aggressività delle cellule tumorali. A scoprire l'efficacia della 'crocetina' è stata l'Università di Pisa, attraverso uno studio al quale ha collaborato anche un team internazionale, composto dalla University of Illinois at Urbana-Champaign e dall’Università Ca’ Foscari di Venezia.
I ricercatori - coordinati dal professor Filippo Minutolo, del dipartimento di Farmacia dell'ateneo pisano - hanno dunque identificato il meccanismo con cui il componente presente nello zafferano contrasti il tumore attraverso l’azione su un enzima-chiave nella glicolisi tumorale, la lattato deidrogenasi.

“Chiaramente né lo zafferano, né la crocetina potranno mai sostituire le varie terapie antitumorali approvate per l’uso clinico – specifica il professor Minutolo – comunque possono sicuramente costituire un utile ausilio alimentare nella prevenzione delle neoplasie e, se validati da opportuni studi clinici, potranno in futuro contribuire ad aumentare l’efficacia dei regimi terapeutici utilizzati per diversi tipi di tumore”.
E proprio in quest'ottica va lo studio pisano che si concentra dunque sul trattamento “metabolico” dei tumori. La ricerca ha ottenuto anche l'interesse di una delle riviste scientifiche più prestigiose al mondo, il Journal of Agricultural and Food Chemistry” della American Chemical Society, che ha pubblicato l'articolo relativo allo studio, a cura della dottoressa Carlotta Granchi.

La spezia chiamata zafferano si ricava alla pianta del crocus sativus, una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle iridacee. Originario dell’asia minore, cresce spontaneo nel bacino del mediterraneo e in Italia, dove viene coltivato soprattutto in Abruzzo. La pianta di zafferano presenta un bulbo sferico, dal quale parte una guaina di foglie membranose, piccole e bianche, che ne contengono altre lineari verdi; i fiori sono violetti, presentano tre lunghi stimmi di colore rosso-arancio che, essiccati, vengono utilizzati come spezia in cucina.

La lunga e difficile manodopera per produrlo fanno alzare molto il costo dello zafferano, tant’è che è considerata la spezia più costosa al mondo. Basti pensare che occorrono circa 200.000 fiori e più di 500 ore di manodopera per ottenere uno solo chilogrammo di spezia!

Lo zafferano contiene carotenoidi, vitamina A, B1, B2 e un olio essenziale ad azione prevalentemente eupeptica, cardiotonica, antispasmodica, emmenagoga e stomachica. 
La fitoterapia utilizza lo zafferano come rimedio all’insonnia, ai dolori mestruali, contro il mal d’auto, contro l’insonnia e per favorire la digestione. 
Essendo lo zafferano un potente antiossidante, il suo utilizzo contrasta efficacemente i radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento cellulare. 
Un recente studio condotto da una equipe di medici Iraniani ha dimostrato la proprietà dello zafferano di regolare il tono dell’umore, agendo sul sistema nervoso centrale, rendendo questa spezia un buon aiuto in caso di stati depressivi, ansia e stress. 
Lo studio ha confrontato il farmaco fluoxetina (meglio conosciuto come prozac) con lo zafferano e si è riscontrato che quest’ultimo produce sul cervello gli stessi effetti prodotti dal farmaco, nel trattamento della depressione


lunedì 10 luglio 2017

L'importanza di condurre una vita normale

L'importanza di condurre una vita normale
Giro in auto e concerto

Penserete che oggi sono andato fuori tema ma, non è vero.
Non c'è nulla di più bello e positivo di, quando possibile, dimenticarsi la propria condizione e vivere da normali.
Sabato dopo 9 mesi e mezzo ho preso coraggio inforcato l'auto che in teoria non dovrei guidare perchè ho un cerotto con la morfina, molto bassa, ho fatto i miei 35 Kilometri per andare al concerto dei miei amici ORION.

A me piace molto guidare, mi sentivo rinato ed era tutto naturale come non fossero passati tutti questi mesi.

Arrivato sul posto il clima di festa mi eletrizzava, il profuma della griglia mi mise subito appetito e non mi sono di certo fatto mancare 4 arrosticini e la prima birretta.
Tutto bene, tutto digerito perfettamente.
Non vi nego la mia fatica a stare in piedi per cui ero spesso alla ricerca di un posto dove sedermi. Poi per ognuno di noi è una storia diversa dipende da molti fattori.

Anche se la chemioterapia può causare effetti collaterali fastidiosi, molti pazienti riescono comunque a condurre una vita normale nel periodo in cui sono in trattamento. Spesso la chemioterapia fa stare meglio, giacché contribuisce ad alleviare i sintomi della malattia. Inoltre, l’eventuale malessere che compare nel corso del ciclo di terapia può essere recuperato rapidamente nell’intervallo tra un ciclo e l’altro.
Generalmente si possono svolgere le normali attività lavorative e sociali, anche se si avverte un maggior bisogno di riposare durante la giornata o di ridurre l’orario di lavoro. 
Pur non potendo mantenere gli stessi ritmi di prima, si può in genere conservare una buona qualità della vita, senza perdere la propria progettualità e senza rinunciare alla vita relazionale e professionale, che assumono tanta importanza nel contrastare gli effetti negativi della malattia. 
Finalmente incontro la band, sono ragazzi fantastici, dietro la grinta della loro musica si nascondono animi dolci e sensibili.
Durante i loro concerti raccolgono fondi per darmi una mano dal lato mio finanziario molto precario, fino ad oggi hanno raccolto ben 400 euro che mi hanno consegnato con un bel sorriso questa sera. BUONA CAUSA
Inizia il concerto ed io mi diverto a fare foto e video sempre concedendomi di sdermi perchè la schiena reclamava.

E' stata una bellissima serata cera molto pubblico di tutti i tipi, la loro esibizione è stata ad alto livello come sempre Fantastici.
A fine concerto non è passato molto tempo ho dovuto congedarmi, non reggevo più, ho salutato e mi sono avviato verso casa. Che bella serata, stanco ma FELICE, di nuovo VIVO.

Con questo post Voglio invitare TUTTI  a reagire a non soffermarsi sul dolore e cercare in tutti i modi di vivere il quotidiano in maniera normale anche se sono il primo a dire che non è facile ma DOBBIAMO farcela aiuta a combattere la malattia.

Un saluto Buona Giornata e continuate a seguirmi. CIAO.








venerdì 7 luglio 2017

La battaglia di Fiorella contro il tumore

La battaglia di Fiorella contro il tumore

Sicuramente questo post non sarà gradito da tutti ma, l' informazione e cosa giusta, prendo spunto da un'articolo su Trevisotoday di Nicola e Alberto.

Commerciante di Preganziol lotta da quattro anni contro un leimiosarcoma: dopo vari interventi e il rifiuto della chemio la decisione di puntare su un farmaco che nessuna farmacia galenica del Veneto produce e che la 49enne, dopo lunghe ricerche, ha ottenuto a Reggio Emilia. L'appello al governatore Zaia: "Sperimentiamolo"
La vita di Fiorella Gasparini, commerciante 49enne di Preganziol (è titolare di un negozio di abbigliamento), è diventata un vero e proprio calvario da quando, nel febbraio del 2013, è cominciata una durissima battaglia contro il male. L'emorragia, la diagnosi di un leiomiosarcoma all'utero e un primo intervento chirurgico. 
Nell'arco di pochi giorni la sua esistenza viene sconvolta. 
Dopo un lungo peregrinare negli ospedali di quasi tutto il Nord Italia, con diagnosi spesso diverse, il primo tentativo di intraprendere una via alternativa per evitare la chemioterapia, attraverso un medico oncologo, il dottor Giuseppe Zora, che le prescrive un farmaco adiuvante brevettato a San Marino. 
Nel frattempo una lesione intacca le ossa dell'anca a cui fa seguito una metastasi del polmone, per cui subisce una seconda operazione al torace. Esperienze che lei definisce "terribili", profondamente segnanti. 
intervista: VIDEO

"Non ne potevo più, piuttosto di farmi operare ancora avrei preferito morire -ci racconta Fiorella- ha deciso così di continuare nelle mie ricerche per i fatti miei, per salvarmi la vita". Fiorella, in questa lunga Odissea, arriva ad un medico chirurgo di Mestre, il dottor Gennaro Muscari Tomaioli che le prescrive un particolare farmaco a base di resina di cannabis. 
Trovare una farmacia galenica in Veneto in grado di produrlo è stata un'impresa fallimentare, solo uno dei tanti problemi in una vera e propria corsa ad ostacoli: la commerciante riesce ad ottenere quel che cerca presso una farmacia di Reggio Emilia. "Ho cominciato ad usarlo quindici giorni fa -dice Fiorella- ora mi sveglio senza più dolori e dopo appena 5 giorni mi sono sentita rinascere". La sua battaglia non è però finita: è di qualche giorno fa un colloquio con il direttore generale dell'Ulss, Francesco Benazzi, per richiedere che la Ulss trevigiana le conceda la somministrazione e l'esenzione del farmaco e che venga avviata la sperimentazione per la cura al leiomiosarcoma.






   



Ancora Vitamina D

Vitamina D


Ne ho già parlato ma continuo a sentire medici di base che non se ne occupano e 
soprattutto gli oncologi.
Io invito tutti anche chi non ha problematiche a farsi un'esame e vederne il valore
che ci posso scommettere è basso.

Al contrario della sua denominazione è in realtà un'ormone.
Tutti sanno che la sua funzione è migliorare l'assorbimento del calcio ma sappiamo che non è solo questo. 
Il sole è quello che ci garantisce l'appropriarci di questo importante ormone ma guarda caso dovremmo esporci nelle ore centrali e senza protezione cosa impossibile visto che siamo bersagliati sul fare ben altro.
Quindi non vi aspettate di andare in vacanza e fare rifornimento non è sufficente.

La azione è rivolta ad ogni cellula,tessuto e organo del corpo non esiste altro ormone simile.

Regola il 3% del genoma umano (del DNA) e si lega a dei recettori (2.246 solo nella catena del DNA) inducendo all'interno della cellula migliaia di azioni differenti in base al recettore a cui si è legato. Ha effetto significativo su 229 geni.

Non sottovaluterei l'importanza di questo ormone che vi manterrebbe in salute e/o aiuterebbe a curare tutte le malattie del nostro secolo.

È Importante Assumere La Vitamina D Insieme Alla Vitamina K


La vitamina D, alcune fonti scientifiche sostengono che la sua integrazione può risultare dannosa per la salute nel caso in cui si ha una basso livello di vitamina K nell'organismo. 

Per tale motivo è consigliabile assumere la vitamina D con la vitamina K.

La vitamina D e la vitamina K sono nutrienti essenziali liposolubili. Il loro apporto è generalmente più abbondante negli alimenti ad alto contenuto di grassi, e il loro assorbimento nella circolazione sanguigna migliora quando vengono consumati insieme ai grassi.
https://www.piuvivi.com/salute/vitamina-d-con-vitamina-k-assunzione-integratori.html

https://www.piuvivi.com/salute/vitamina-d-con-vitamina-k-assunzione-integratori.html


La vitamina K si trova principalmente nelle verdure a foglia verde, nei legumi e nei vegetali fermentati, nonché in alcuni alimenti di origine animale come le uova e il fegato di maiale e manzo.
La vitamina K è indispensabile per una buona coagulazione del sangue e per favorire la fissazione del calcio nelle ossa e nei denti.

In conclusione, la letteratura scientifica sta tuttora indagando sulle funzioni delle vitamine D e K. Non si è ancora riuscito a comprendere appieno il modo in cui queste vitamine interagiscono tra di loro, ma nuovi studi stanno gradualmente facendo luce su tale aspetto. È comunque chiaro che la vitamina K è benefica per la salute cardiovascolare e per le ossa, ma non è ancora pienamente chiaro se qualsiasi dose di integratori di vitamina D risulti dannosa in caso di bassi livelli di vitamina K nell'organismo.
https://www.piuvivi.com/salute/vitamina-d-con-vitamina-k-assunzione-integratori.html


ART and VITA PARLOTTANDO (CONVIVERE CON IL TUMORE) to SUN ... all a bit ... the dialogue has no boundaries as information and experiences. ARTE e VITA PARLOTTANDO al SOLE oggi Convivere con il Tumore...di tutto un pò...il dialogo non ha confini come l'informazione e l'esperienze....